"The story of film": è di Rai 5 la chicca dell'estate

Non solo Casablanca nella Story of film di Cousins.

Si dice sempre che in estate in tv non c’è nulla di interessante. Certo, a dare una veloce scorsa ai palinsesti, sembra tutto un pullulare di repliche, cerimonie di premi e premiolini, fiction “di magazzino” e ripetitivi talk-show. Ma non tutto è da buttare, anzi.
Da un paio di venerdì, Rai 5 propone (ore 21:15) una vera chicca, The story of film, documentario a puntate di Mark Cousins sulla storia del cinema mondiale. Detta così, sembra un’impresa titanica. E lo è, tanto è vero che, nell'originale, la serie ha come sottotitolo An Odyssey.
Come spiega perfettamente il titolo del documentario (in quindici puntate da 60’), il lavoro di Cousins, critico cinematografico irlandese ma soprattutto “malato” di cinema, è stato quello di ricostruire la storia del cinema di tutto il mondo, dai pionieri di fine ‘800 ai divi del muto, dall'espressionismo tedesco all'ingresso del colore e poi il neorealismo italiano, la nouvelle vague francese, Bollywood, il nuovo cinema indipendente… Titanico, vero? Il lavoro è il risultato finale di cinque anni di ricerche, viaggi e incontri con protagonisti del cinema di ieri e di oggi (nelle prime puntate abbiamo sentito, tra gli altri, Von Trier).
Quando andò in onda nel Regno Unito (2011), sul digitale di Channel Four, il Telegraph parò di evento cinematografico dell'anno”. Semplice e al contempo elegante nella costruzione, The story of film non solo ripercorre le varie epoche, ma si sofferma sulle quelle pellicole che hanno introdotto innovazioni, soprattutto nelle tecniche di ripresa (fa effetto venire a sapere che il primo attore della storia inquadrato in primo piano fu un gatto).
Un lavoro interessantissimo, per tutti: per i cinefili, per i giovani che vogliono cimentarsi come registi, autori o semplici studiosi, ma anche per il comune spettatore, visto che la qualità delle immagini scelte e il perfetto montaggio garantiscono una notevole resa spettacolare. E le considerazioni di carattere generale sul cinema, i precisi collegamenti logici e filologici tra film di varie epoche e di varie nazioni, costituiscono un rigenerante antidoto al torpore intellettuale in cui d’estate si rischia di cadere.

Commenti

Post popolari in questo blog

A Techetecheté un Arbore convenzionale